Il Comune di Cortina vince la sospensiva dei due ricorsi al Tar relativi all’affaire Doria
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto nega al professionista padovano la ragione sul caso dell’ascensore nella villetta di Cortina. Il Comune ha vinto quindi la sospensiva cautelare
CORTINA D’AMPEZZO, 17 MARZO 2016 — «Un risultato importante per il nostro Comune — dichiara il Sindaco Andrea Franceschi —. Si tratta dell’ennesima conferma che l’Amministrazione, con l’obiettivo di dare il massimo servizio ai cittadini, è in posizione di assoluta terzietà con chiunque, ed è estranea soprattutto alle beghe fra privati. Gli uffici hanno lavorato con precisione e con la necessaria professionalità, non per niente hanno depositato più di 130 documenti. E tutto ciò — conclude il primo cittadino — è stato riconosciuto dai giudici. Confidiamo che anche nel merito verrà riconosciuta la serietà e la correttezza dell’operato dei nostri funzionari».
IL CASO — La vicenda dell’ascensore ha trovato ampio spazio nelle cronache e recentemente se ne è occupato pure il Tribunale penale di Belluno, anche in questo caso dando torto al notaio Doria. Tutto ha avuto inizio quando il professionista, proprietario di un appartamento in un immobile della Conca, ha contestata la legittimità della costruzione di un ascensore, deliberata dagli altri condomini ed effettuata esclusivamente a loro spese (oltretutto servendo lo stesso appartamento del notaio patavino). Il resto è stata una serie di cause civili di ogni tipo, denunce penali con tanto di perizia affidata dalla Procura ad un professionista padovano e cinque indagati per abuso edilizio e anni di ricorsi al Tar del Veneto. Che per la vicenda in quest’occasione è stato interessato da ben due ricorsi, essendosi affiancato al Doria con un’altra distinta impugnazione il condomino di un altro edificio, il sig. Raffaele Di Nardo (anch’egli di Padova), nel dichiarato intento di trascinare il Comune nella baruffa fra privati, ritenendolo di parte.
IL VERDETTO — Dopo che nei giorni scorsi il Tribunale penale di Belluno aveva chiusa la questione, accertando che l’illecito penale non sussiste, è il Tar ora a dire la sua. E a stabilire che nessun pericolo o danno incombe sui beni del notaio padovano, nel mentre il provvedimento del Comune — che dopo accurata analisi e ben cinque sopralluoghi archivia tutte le rimostranze del professionista patavino — per i giudici permane perfettamente valido ed efficace.
IL COMUNE AL DI SOPRA DELL’INTERESSE DELLE PARTI — Il Tar non ha inteso invece pronunciare la sentenza definitiva di merito, come richiesto dai legali del professionista: con ciò, relegando la questione ad un affaire di secondaria importanza. Prima o poi — non è dato sapere quando verrà fissata l’udienza — se ne parlerà. Ma nel frattempo, nessun rilievo all’operato del Comune, e anzi l’accertamento che il notaio non può aver subito alcun danno dalla legittima azione della pubblica amministrazione.
Il Comune di Cortina insomma vede ancora una volta premiato l’impegno a fornire il massimo servizio ai cittadini e riconosciuta la propria serietà al di sopra degli interessi delle parti.