DANNI DA FAUNA SELVATICA: LA PROVINCIA TUTELA GLI AGRICOLTORI.
La Provincia di Belluno ha precorso i tempi nell’appoggio alle attività agricole. «Con l’istituzione del “Tavolo verde” abbiamo cominciato un rapporto di collaborazione stretta con gli agricoltori» afferma il consigliere provinciale delegato Franco De Bon. «In altre zone d’Italia, si stanno cercando gli strumenti per contrastare i danni provocati dalla fauna selvatica. A Belluno siamo un passo avanti. E potremmo spendere la nostra realtà come esempio di buone pratiche esportabili anche altrove».
Il riferimento è al “Tavolo verde” istituito dalla Provincia nel mese di maggio. Si tratta di uno strumento che mette in relazione le esigenze delle aziende agricole con le conoscenze e le tecniche del mondo venatorio. L’obiettivo è quello del controllo mirato della fauna selvatica, in particolare degli ungulati.
«Ogni anno si registrano nel Bellunese diversi danni provocati alle colture e ai pascoli di montagna da fauna selvatica, in particolare dai cinghiali – sottolinea Franco De Bon -. Nel 2018, ad esempio, abbiamo avuto oltre 164mila euro di danni stimati e quasi 80mila euro di danni liquidati, per 53 domande di risarcimento. Numeri che testimoniano l’impatto di questo animale sull’agricoltura bellunese. Abbiamo quindi il dovere di tutelare le produzioni locali, in particolare quelle di qualità che danno lustro al nostro territorio. Gli allevatori e gli agricoltori costituiscono un presidio dei territori montani. Le Dolomiti hanno meritato il titolo di patrimonio dell’Umanità grazie al valore paesaggistico, definito anche attraverso il lavoro dell’agricoltura. Senza contare che nell’agenda 2030 dell’Onu sullo sviluppo sostenibile, uno degli obiettivi è proprio la conservazione della biodiversità, resa possibile grazie all’attività delle malghe e dell’alpeggio, in grado di garantire uno sfalcio sistematico dei prati, contro l’avanzata del bosco. È quindi doveroso e necessario che la politica si adoperi per risolvere le criticità della fauna selvatica impattante. E il “Tavolo verde” va proprio in questa direzione».
Quanto al problema specifico dei cinghiali, per i quali è impossibile fare una stima della popolazione presente nel Bellunese, è stato licenziato un numero adeguato di operatori, che sono stati formati dalla Provincia, e che d’intesa con le riserve alpine di caccia, e sotto la regia della Polizia Provinciale, possono operare su tutto il territorio.
«Abbiamo ricevuto il parere positivo da parte dell’Ispra per poter effettuare il controllo 365 giorni l’anno e 24 ore su 24, e abbiamo abilitato 1.405 controllori – prosegue Franco De Bon -. L’eradicazione del cinghiale è una necessità per il nostro territorio; e proprio per questo abbiamo predisposto il piano di controllo».
In foto Roberto Padrin, Presidente della Provincia di Belluno.