Cortina d’Ampezzo laboratorio del turismo internazionale montano
Forte di un’estate positiva per la ricezione, Cortina volta pagina e guarda all’inverno e ai prossimi anni con rinnovata fiducia. Gli scenari emersi al forum WG – Welcoming Gate projects & development raccontano di una località dinamica e consapevole, in laboriosa attesa del triennio e venire che, nelle intenzioni della comunità cortinese, porterà in dote il segno distintivo di un tempo: lo status di star senza nulla da invidiare alle località estere più amate dalla top clientela internazionale. La Regina delle Dolomiti è al centro di un territorio meraviglioso che sta cercando nuova linfa e nuovi sbocchi grazie anche allo sport, antica vocazione ampezzana sempre più protagonista della rinascita della località, ha ricordato Stefano Longo, Presidente Fondazione Cortina: “Le Olimpiadi sono il punto di arrivo ma vanno inquadrate all’interno di una strategia più ampia: è da anni che organizziamo eventi di Coppa del Mondo per molte specialità invernali e anche estive, per far sì che Cortina diventi un hub sportivo internazionale al massimo livello”.
La valenza nazionale del lavoro fatto in Veneto sulla ricettività e le linee guida per il futuro vengono illustrate da Elena Donazzan, Assessore Istruzione, Formazione, Lavoro e Pari Opportunità della Regione Veneto: “Il Veneto è la prima regione per numero di turisti in Italia, per questo temi come quello dell’accessibilità sono ancora più importanti. L’accoglienza e l’accessibilità non devono riguardare solo la singol apersona ma tutto il territorio che lo accoglie, le infrastrutture, gli operatori”.
Naturalmente, in quest’ottica la località dev’essere un faro dell’accoglienza, settore tra altro trainante del paese, col settore pubblico che ricopre un ruolo importante e delicato. Stefano Ghezze, Assessore alla Protezione civile, Polizia municipale, Pianificazione urbanistica, Edilizia privata e residenziale del Comune di Cortina d’Ampezzo, focalizza il momento: “A Cortina stiamo vivendo un periodo importante, le Olimpiadi hanno avviato un fermento immobiliare con molte richieste per le strutture alberghiere. Una sfida collettiva da portare avanti insieme da parte di pubblico e privato, per arrivare al 2026 con strutture ricettive all’avanguardia”.
La community ampezzana è ormai consapevole che non bastano più gli scenari incantati delle Dolomiti UNESCO: occorre stare al passo coi tempi e mettere in campo nuove idee, cavalcando le tendenze del settore e offrendo un’ospitalità impeccabile sotto ogni aspetto.
Vale l’assunto che gli sport invernali tradizionali saranno meno al centro della strategia di accoglienza dei prossimi anni. Nel tramonto delle fruizioni stagionali e della dipendenza dalla neve, l’ampezzano è già focalizzato su una nuova accoglienza durevole e in sintonia con le grandi potenzialità del suo territorio, motore della destagionalizzazione dell’offerta, a sua volta implementata – oltre allo sport – dalla cultura, dall’arte e dall’enogastronomia regionali.
La necessità di cambiare passo è sentita da tutti gli imprenditori locali. Secondo Emanuela de Zanna, Presidente Fondazione DMO Dolomiti Bellunesi – Direttore La Cooperativa di Cortina e Presidente di Cortina Senza Confini, occorre accendere i riflettori su tutte le Dolomiti venete non solo quelle ampezzane: “La visibilità che le Olimpiadi regaleranno ci assegna una responsabilità, la bellezza non basta più, l’offerta dev’essere più completa e diversificata tra sport, storia, cultura, arte, enogastronomia: tutto il territorio bellunese è segnato da tesori ancora da raccontare. Occorre diffondere un’identità territoriale da qui ai Giochi con l’obiettivo di andare oltre. Da soli non si va lontano, usciamo dai luoghi comuni”.
A livello di trend, Giorgio Bianchi, MRCIS GBD Global Business Development PKF Hospitality Group ha spiegato che “sono in aumento le catene alberghiere e il lusso: ci si sta riorientando verso una clientela internazionale, il food è molto importante così come il design, e la contaminazione tra mondo hospitality e progettualità esclusiva, e poi emerge sempre più importante il tema della sostenibilità, con progetti che devono durare oltre il 2026”.
Bianchi ha confermato che il mercato alberghiero e immobiliare della ricezione di prima fascia è dinamico e Cortina è al top in tutte le categorie della ricettività, “con sul segmento upscale un rendimento di 200mila euro all’anno per camera, e su quello lusso 400mila-1 milione: la Regina sta crescendo sia in termini di occupazione e prezzi, col valore medio per camera che ha superato i 100mila euro”.
In città non mancano i cantieri dei nuovi hotel di lusso: sono molti i progetti avviati o già conclusi (come il nuovo Faloria Mountain Spa Resort) mentre altri stanno per partire. Come il rinnovamento dello storico Hotel Cristallo, entrato nel portafoglio di Mandarin Oriental: l’albergo è sottoposto a un ampliamento e a una ristrutturazione profonda con l’obiettivo di renderlo un punto di riferimento per il turismo di montagna internazionale prima dei Giochi.
Il vecchio Hotel San Marco nel cuore di Cortina era in stato di abbandono: Asa studio albanese si sta occupando dell’upgrading con relativo ampliamento per riportarlo in vita anche oltre ai fasti del passato. Per non dire dell’operazione che riguarda l’altrettanto storico Hotel Ancora, che lo studio Charles & Co trasformerà in una meta di lusso autentico con 38 camere, di cui 12 suite sfavillanti, inserita nel circuito di Egnazia Ospitalità Italiana.
Già varato e in testa al gruppo dell’accoglienza di lusso della località è il Grand Hotel Savoia, spiega Rosanna Conti, General Manager dell’albergo: “Il restyling del 2019 ci ha garantito un posizionamento al vertice del segmento lusso con un occhio particolare per il turismo internazionale, scelta vincente, anche per un mercato più giovane e dinamico: con Residence Savoia Palace, abbiamo un totale più di 400 posti letto, e siamo la più grande realtà nell’arco dolomitico”.
Ma Cortina è anche il laboratorio di nuove forme residenziali ibride e “contaminate”, come l’Hotel de Len (ex Hotel Impero), raro caso di struttura demolita e ricostruita in loco, spiega Stefano Gris, Socio Fondatore Gris+Dainese Architetti, studio che ha curato il progetto: “Una struttura alberghiera oggi va pensata in relazione al contesto urbano, in questo caso la via Cesare Battisti era degradata,quindi dovevamo sopperire e per farlo abbiamo spostato la vista verso le Tofane. È un “fienile” che si apre verso la città… legno con varie essenze protagonista, rovere e abete ingrigito e naturale, abbinati in contrasto con materiali brutali, calcestruzzo e acciaio fiammato. La spa è all’ultimo piano, novità per Cortina, con vista a 360 gradi”.
Rinascerà anche l’Hotel Bellevue grazie all’intervento dell’Architetto Ermanno Previdi, Studio pconp: la nuova proprietà, un gruppo internazionale, vuole trasformarlo in un 5 stelle, con una ristrutturazione importante, “ma sostenibile grazie alla tecnologia ISLA (pannelli legno multistrato) e alla geotermia, e poi accessibile per persone che provengono da culture diverse sentendosi a proprio agio come a casa”.
Nuova veste e funzionalità anche per i rifugi storici ampezzani. L’architetto Ambra Piccin, Studio Tecnico Ambra Piccin sta occupandosi della riqualificazione del Rifugio Guargné su input di Alessandro Civitella, Amministratore Delegato: “Diventerà un rifugio di accoglienza, con un ristorante per 60 coperti curato da un brand di fama internazionale, sarà aperto a tutti e una terrazza importante con vista a 360 gradi”, fruibile in tutte le stagioni. L’Hotel Venezia torna a nuova vita grazie allo Studio Marincola Architects, che ha curato un restyling incentrato sulla vista della cornice di montagne che abbraccia la Regina, con vetrate ampie e legno tipico.
A livello di infrastrutture e servizi, Cortina si sta impegnando per salire di livello per farsi trovare pronta in vista dell’aumento e della riqualificazione della domanda turistica e residenziale del futuro, spiega Pietro Livio Tronconi, Vicepresidente GVM Care & Research, Amministratore Delegato Ospedale Cortina, al momento in fase di ampliamento con fine lavori per il 2024: “La domanda generata dai flussi periodici a Cortina è particolare, con ingressi per traumi che rappresentano un picco di stagione. Occorre combinare esigenze di cure degli abitanti con quelle dei turisti che non sempre coincidono. L’obiettivo è anche quello di creare una forte integrazione con le realtà territoriali, non solo per rafforzare il dialogo, ma per condividere iniziative, anche in caso di eventi e attività sportive, per garantire prese in carico tempestive e qualificate”.
Per finire, sostenibilità e inclusività al centro delle strategie anche delle infrastrutture regionali, con l’aeroporto Marco Polo di Venezia al centro di un’importante opera di ammodernamento in vista non solo del 2026 ma molto più in là, spiega Gino Baldi, Direttore operazioni terminal aeroporto Marco Polo Venezia: “Nell’ottica delle strategie sostenibili da qui fino al 2037 abbiamo in cantiere molti cambiamenti e migliorie per i passeggeri senza impatto sul territorio. Due novità? L’intermodalità, con la ferrovia che arriverà in aeroporto entro il 2026 e la sharing mobility mentre in futuro pensiamo all’Advanced Air Mobility, con droni e altri mezzi elettrici che trasporteranno persone nel territorio veneziano e forse anche fino a Cortina”.