Monitoraggio delle zecche: nel progetto sperimentale Interreg “Monzec” protagonista la Riserva di caccia di Cortina d’Ampezzo
«Il mondo venatorio conferma ancora una volta di essere un attore importante del territorio, sempre pronto a collaborare nella cura e nella tutela dell’ambiente. E in questo caso, anche a prevenzione delle malattie trasmesse dalle zecche». È quanto afferma la consigliera provinciale delegata a caccia e pesca, Silvia Calligaro, a margine della prima giornata di studio del progetto “Monzec”, ospitata dalla Riserva alpina di caccia di Cortina giovedì scorso (1° agosto); presente anche il rappresentante dei distretti venatori della provincia, Paolo Zanetti, insieme a personale della Polizia Provinciale. Proprio i cacciatori di Cortina infatti sono chiamati a un ruolo di grande importanza all’interno dello studio delle zecche che sarà portato avanti da “Monzec”.
Si tratta di un progetto Interreg VI-A Italia Austria 2021-2027 – CLLD Dolomiti Live che nasce dalla collaborazione di diversi partner appartenenti a territori diversi ma confinanti. Il progetto si prefigge di effettuare un monitoraggio completo delle zecche nell’area del Tirolo Orientale, della Val Pusteria e della provincia di Belluno, attraverso l’attività della comunità venatoria come base per la comunicazione, l’informazione, la prevenzione e ulteriori ricerche circa gli effetti regionali del riscaldamento climatico sulle infezioni trasmissibili. L’Ulss 1 Dolomiti affianca, in qualità di partner, il laboratorio austriaco di Außervillgraten del dottor Walder Gernot, specializzato in igiene, microbiologia, infettivologia e medicina tropicale.
Tra i soggetti che collaborano c’è anche la Riserva di caccia di Cortina. Ai cacciatori viene chiesto di fotografare una porzione dietro l’orecchio dell’animale cacciato, per capire quanti e quali parassiti ci sono. La foto viene poi caricata su un’app specifica e inviata al laboratorio austriaco per l’analisi dei dati. «Inoltre, ai cacciatori viene data in dotazione anche una serie di provette, per raccogliere le zecche attaccate sulla pelle, nel caso in cui in un’uscita di caccia se ne ritrovino addosso» spiega il presidente della Rac di Cortina, Bruno Menardi. «Siamo onorati di poter dare il nostro contributo a questo progetto molto interessante, che riteniamo utile nello studio e nel monitoraggio delle zecche».
«Il mondo venatorio si conferma un validissimo alleato nella cura e nella tutela del territorio» sottolinea la consigliera Calligaro, che ringrazia i cacciatori e gli agenti della Provincia, dato che un supporto tecnico arriva anche dalla Polizia Provinciale. «Spero sia la dimostrazione – di cui noi addetti ai lavori e noi abitanti del Bellunese di certo non abbiamo bisogno – che i cacciatori non sono quello che certa ideologia demonizza, ma rappresentano figure importanti nella gestione concreta della montagna».