Spopolamento della montagna, la Provincia di Belluno a colloquio con il ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini
La Provincia di Belluno ha incontrato oggi a Roma il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini, per presentare il problema dello spopolamento della montagna e illustrare il protocollo con Sondrio e Verbano Cusio Ossola che sarà sottoscritto all’Upi domani mattina (14 luglio). Presenti il presidente Roberto Padrin, e i consiglieri delegati Massimo Bortoluzzi, Franco De Bon e Danilo De Toni.
Sul tavolo i dati demografici del Bellunese e un’analisi dei problemi del territorio, in particolare le difficoltà di personale intercorse dopo la riforma Delrio, e la carenza di infrastrutture stradali e digitali.
«Le criticità del nostro territorio sono rimaste le stesse che c’erano prima della riforma Delrio, ma nel frattempo sono stati tolti personale e risorse economiche. La riforma Delrio però garantisce forme differenziate di gestione del territorio alle Province interamente montane ed è per questo che è stato predisposto l’accordo con Verbano Cusio Ossola e Sondrio – sottolinea il presidente Padrin -. Abbiamo la necessità di rendere operativa proprio questa specificità e sul tema abbiamo raccolto la disponibilità del Ministero a integrare le proposte all’interno della legge quadro sulla montagna in costruzione in questi mesi. Nelle prossime settimane – su invito del ministro Gelmini, che ha riconosciuto l’importanza del riconoscimento delle “terre alte” all’interno dell’architettura dello Stato – invieremo le nostre idee progettuali».
Durante l’incontro è stata condivisa la necessità di riqualificare i borghi storici oggi scarsamente abitati, anche superando i vincoli. E sono state illustrate le possibilità di un percorso per preparare la transizione ecologica, grazie all’agricoltura di montagna, anche approfittando della prossima scadenza delle grandi concessioni idroelettriche.
«Abbiamo parlato anche dell’utilizzo di area vasta delle risorse speciali che la ministra ha confermato, Fondi Comuni confinanti e Fondo Letta – conclude il presidente Padrin -. In questo modo è più semplice mettere in connessione le capacità finanziarie con le esigenze del territorio».