Dialogo costruttivo ed educativo tra Gino Cecchettin e i giovani delle scuole di Longarone
«Ci sono tanti “no” che riceviamo nella vita. Dobbiamo essere bravi a metabolizzarli, e a capire che questi “no” fanno crescere, sono parte dell’educazione che la vita ci mette davanti ogni giorno». È partito da qui, da questa considerazione, Gino Cecchettin, il papà di Giulia, la ragazza uccisa un anno fa dall’ex fidanzato.
Ospite a Longarone del primo incontro della rassegna di avvicinamento al 25 novembre (Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne) organizzata dalla Fraternita di Misericordia di Longarone insieme all’amministrazione comunale, Cecchettin ha dialogato questa mattina con gli studenti delle scuole superiori di Longarone, che hanno riempito il centro culturale. E con la semplicità di un uomo che ha saputo trasformare il dolore indicibile per la perdita di una figlia in un motivo di vita per sensibilizzare gli altri contro il femminicidio, ha offerto diversi spunti di riflessione.
«Ho ricevuto molte domande dagli studenti inerenti Filippo. Non ho paura di dire questo nome. Lui veniva in casa nostra e Giulia era felicissima di vivere il suo primo amore. E io ero contento perché vedevo mia figlia felice» ha raccontato Cecchettin. «Chi ha indagato ha scoperto che Filippo era troppo possessivo. Credo che non sia riuscito a metabolizzare un “no”. Ma i “no” insegnano qualcosa. Se Filippo lo avesse capito, oggi avremmo due persone – lui e Giulia – felici, ognuno nella propria vita».
Cecchettin è riuscito a spaziare su tanti temi, catalizzando l’attenzione dei ragazzi in una mattinata insieme di educazione affettiva, educazione civica, e condivisione di sentimenti e riflessioni. «Non c’è giorno che non pensi a Giulia. Anche nel dolore vivo mia figlia» ha detto ai ragazzi. E non ha nascosto il sentimento di rabbia e ira che ha vissuto in certi momenti, dopo la perdita della figlia. «Ci ho pensato. Ma se fossi andato da Filippo a vendicarmi, oggi Davide ed Elena (fratello e sorella di Giulia, ndr) sarebbero senza un padre. L’ira è un pensiero umano, ma va dominato. Dopo l’accaduto, guardavo la foto di Giulia e sorridevo. Sono diventato calmo pensando a Giulia».
«Ringrazio Gino Cecchettin per la grande lezione di vita che ha consegnato ai ragazzi e a noi tutti. E grazie alla Fraternita di Misericordia per aver voluto organizzare questa giornata» le parole del sindaco Roberto Padrin. «Ascoltare un uomo, che nonostante il grande dolore, è in grado di trasmettere messaggi altissimi e di sensibilizzare su temi importanti è stato formativo non solo per i ragazzi ma per tutti».
L’incontro di questa mattina – a cui seguirà un evento serale per tutta la cittadinanza – è stato voluto appositamente dall’amministrazione comunale e dalla Fraternita di Misericordia per consentire alle scuole di incontrare Gino Cecchettin. «L’educazione all’amore è quanto mai fondamentale» ha detto la consigliera delegata alle pari opportunità Anna Olivier, leggendo una toccante lettera. «Oggi è fondamentale aiutare i giovani a capire cosa sono l’amore, la gentilezza, l’accoglienza. Solo così si può evitare che la violenza di genere continui a popolare le prime pagine dei giornali».
Nell’incontro serale, per tutta la cittadinanza, sul palco assieme a Cecchettin ci sarà Laura Doro, graphic designer che durante la serata dipingerà il primo dei quattro pannelli che verranno completati durante le altre serate della rassegna di avvicinamento al 25 novembre e che, alla fine, verranno uniti, dando forma artistico-visiva a un messaggio contro la violenza di genere e le dicotomie che la caratterizzano.
In foto Gino Cecchettin con il sindaco di Longarone Roberto Padrin e il sindaco di Vigonovo, Luca Martello