Ruba un anello da una gioielleria a Cortina, subito fermata dai Carabinieri
Una passeggiata in corso, una sbirciata alle splendide vetrine dei negozi del centro, il luccichio dei gioielli, la convinzione di essere in un posto da sogno, tutti fattori che devono aver giocato la loro parte quando davanti agli occhi di una turista si è materializzato quell’anello, evidentemente ritenuto un irresistibile oggetto del desiderio da ottenere a qualunque costo, meglio se a nessun costo ovviamente. A finire nei guai domenica pomeriggio è stata una sessantenne trevigiana, incensurata, che dovrà rispondere di furto aggravato ai danni della gioielleria Chantecler di Cortina.
Erano le cinque del pomeriggio e la donna, in compagnia di un’amica, era impegnata nel tradizionale “struscio” del corso Italia: negozio dopo negozio, vetrina dopo vetrina, quasi ovvia la decisione di entrare in una gioielleria per valutare più da vicino alcuni anelli in esposizione. Massima la cordialità da entrambe le parti, dopo i primi complimenti le due turiste si sono accomodate su invitanti poltroncine ed è stato servito loro un bel thè caldo, per meglio distenderne gli animi durante l’esibizione dei preziosi. Anello dopo anello, proprio come nella famosa saga di Tolkien, uno dei gioielli circolari passato sotto gli occhi delle potenziali clienti doveva evidentemente avere qualcosa di diverso dagli altri, esercitando un potere attrattivo così forte da risultare irresistibile per una delle due donne che, differentemente da Frodo Baggins, non ha dimostrato di possedere la medesima forza di volontà nel resistergli. Non appena ha potuto, approfittando di un momento di distrazione della commessa, impegnata ad esporre alle distinte signore la propria merce, la sessantenne ha prima nascosto l’anello sotto la mano sinistra, poi, con un movimento lestissimo e spregiudicato, l’ha ghermito e messo in tasca senza che nessuno dei presenti si accorgesse di nulla, suggellando il furto con un teatrale sbadiglio, degno della tradizionale commedia all’italiana.
Commedia che è proseguita poco dopo, quando, al termine dell’esposizione, la commessa si è accorta della mancanza di un anello in oro rosa e argento del valore di 800,00 euro. Con un po’ di imbarazzo sono state chieste spiegazioni alle due clienti, le quali hanno fermamente mantenuto il punto e, quasi offese, hanno lasciato il negozio. Dopo aver velocemente ripetuto ogni verifica tra gli scaffali e tra gli espositori, il personale della gioielleria, sempre più convinto che l’anello sparito dovesse essere nella disponibilità delle donne, ha subito chiamato i carabinieri ed ha rintracciato e seguito con discrezione i movimenti delle donne lungo il viale pedonale.
Per la ladra non c’è stato nemmeno il tempo di realizzare il sogno di poter sfoggiare il gioiello. Era infatti ancora in centro a passeggio quando si sono presentati tre carabinieri della Stazione di Cortina d’Ampezzo che hanno chiesto a lei e all’amica di seguirli in caserma per accertamenti. Indignazione, falso stupore, il solito disperato cliché cui i militari dell’Arma sono costretti ad assistere quando sorprendono i ladri con le mani nella marmellata senza che questi abbiano ancora realizzato di essere senza scampo. La donna, infatti, non era a conoscenza che le nitide immagini del sistema di videosorveglianza della gioielleria avevano già svelato il mistero e, arrivati in caserma, in un gesto disperato quanto inutile, scendendo dall’auto di servizio ha anche provato a gettare in terra l’anello che aveva ancora in tasca e che ostinatamente continuava a negare di aver rubato. Solo una volta messa davanti l’evidenza dei fatti, quasi come una concessione ai carabinieri, la trevigiana ha finalmente confessato.
Per lei, alla luce dell’età e dell’assenza di pregiudizi penali, i carabinieri hanno ritenuto di procedere con una denuncia in stato di libertà, dovrà rispondere di furto aggravato. Al vaglio degli inquirenti la posizione dell’amica, la quale dai primi accertamenti non sembra avere avuto un ruolo attivo nel furto.
Da evidenziare la prontezza d’animo dimostrata dal personale della gioielleria che ha collaborato sin da subito con i militari, permettendo di dare in breve tempo un lieto fine alla vicenda. In proposito preme sottolineare l’utilità dimostrata ancora una volta sotto il profilo investigativo dai sistemi di videosorveglianza installati dai privati presso i propri esercizi commerciali, in questo caso il recupero della refurtiva e la riconsegna immediata alla vittima del reato è stata possibile anche grazie all’istantanea analisi dei filmati da parte delle forze dell’ordine.
Maggiore Cristiano Rocchi
Compagnia Carabinieri di Cortina d’Ampezzo